CALCIO:PRANDELLI DANIMARCA E VELENI,VEDO SOLO I 3 PUNTI BUFFON SI ALLENA MA RESTA IN DUBBIO, CT DRIBBLA SU JUVE-NAPOLI


L'ultima volta di Italia-Danimarca furono polemiche e sputi. L'ultima volta di Balotelli al Meazza fu un addio amaro. Domani la storia propone strani incroci, con la sfida tra azzurri e
danesi per i Mondiali 2014, ma e' per altri veleni che Cesare Prandelli vuole cercare l'antidoto nei tre punti. ''Juve-Napoli interessa molto ai tifosi, e ai media: a me invece sta a cuore solo la vittoria domani. Sarebbe un passo importante verso la qualificazione in un girone equilibratissimo'', dice il ct, misurato suo malgrado. La vittoria in Armenia offre alla sua Italia un smash sulla classifica. Sola a 7 punti in testa al girone B - un raggruppamento privo di fenomeni, ma a suo modo equilibrato -, allungare ancora il passo domani mentre Repubblica Ceca e Bulgaria si tolgono punti avrebbe innegabili risvolti pratici oltreche' psicologici. Cosi' per una volta Prandelli evita voli e preferisce un pragmatismo trapattoniano, benche' di questi tempi ispirarsi al maestro non porti bene. Ugualmente, il ct azzurro parla piu' di risultato che di gioco e di emozioni. E fa eccezione alla regola di ufficializzare la formazione. Ufficialmente per non dare vantaggi all'avversario. Chissa' se anche un po' per non darne a chi maligna sulle diplomazie azzurre in chiave juventina. Dopo le tensioni per gli allenamenti differenziati dei bianconeri, all'Italia-Danimarca del Meazza si arriva infatti con il piccolo caso Buffon: un affaticamento muscolare capace di metterne in dubbio la presenza in campo fino all'ultimo e di attirare mille sospetti, a pochi giorni dalla sfida scudetto di campionato. ''Mi impongo di non parlare del rapporto tra club e nazionale, l'ultima volta che l'ho fatto perdemmo con gli Usa a Genova - spiega Prandelli - E poi so che se parlo, dico tutto quel che penso. E non e' il momento. Comunque, Buffon vuole giocare''. Non solo perche' e' uno dei pochi azzurri in grado di ricordare quell'Europeo 2004, lo sputo di Totti a Poulsen, il 2-2 tra Svezia e Danimarca che ancora oggi crea attriti (''chi ha mentalita' da ladro, pensa che gli altri siano ladri'', il velenoso messaggio in arrivo dal team danese). A credere che a pensar male si fa peccato, in queste ore, sembrano essere in tanti. ''E' stata offesa la nostra professionalita''', tuona De Sanctis, secondo portiere che para ogni polemica e aspetta di sapere se dopo l'allenamento positivo della vigilia Buffon sciogliera' i dubbi e dira' si' o se dovra' essere lui a mettere i guantoni. Quello del capitano non e' in ogni caso l'unico mistero azzurro, se persino a Mario Balotelli il ct mostra di non offrire certezze. ''Non devo dirgli nulla per il ritorno al Meazza, e lui non deve pensare a quello ma ai suoi compiti tattici: se gioca dall'inizio...'', la suspence di Prandelli. Quello in effetti direbbe il calore dei circa mille tifosi che hanno accolto la nazionale alla stazione Centrale di Milano: l'ex interista era il piu' atteso e ammirato dai passeggeri in transito, e di sicuro il piu' acclamato dai tifosi che attendevano la nazionale attorno al pullman. ''Un entusiasmo che fa piacere: vuol dire che siamo stati credibili e abbiamo regalato emozioni''. Domani pero' contano soprattutto i punti, e' per questo che l'Italia dovrebbe andare sul sicuro. Abate per Maggio e Chiellini per Bonucci in difesa, per il resto si ripropone il modulo del centrocampo a quattro (''i danesi preparano una gabbia per Pirlo? Ma lui rimarra' li', inutile giri per il campo: tanto poi i tempi del gioco li trova sempre''). Unica differenza, un modo nuovo di attaccare, la criptica indicazione del ct. Il quale accanto all'idea base Osvaldo-Balotelli, appare tentato dalla carta El Shaarawy. Altro beniamino di casa, entrato subito in partita venerdi' in Armenia. Ma la posa amletica di Prandelli deve essere piu' una parte in commedia. La parola d'ordine per Italia-Danimarca e' pochi fronzoli, idee chiare, e puntare diritti ai tre punti.

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