BIBLIOTECA GIROLAMINI: DA EX DIRETTORE LIBRI A DELL'UTRI INTERCETTAZIONI TRA DE CARO E SENATORE PDL AGLI ATTI INCHIESTA
"Io baratterei due prime edizioni
di Vico, se le mancano, per due inviti a pranzo": questa fu la
proposta che Marino Massimo De Caro, ex direttore della
biblioteca dei Girolamini, fece al senatore del Pdl Marcello
Dell'Utri in una telefonata fatta il 22 febbraio di quest'anno.
L'intercettazione è agli atti dell'inchiesta sul saccheggio
della storica biblioteca, nel cui ambito De Caro è stato
arrestato in maggio.
Quel giorno Dell'Utri si trova a Madrid.
De Caro, che gli dà
del lei, gli propone un "baratto - ricatto". Il senatore,
interessato, chiede a De Caro, al quale si rivolge con il tu,
"cosa c'è di buono" a Napoli. L'allora direttore della
biblioteca spiega. "Perché io barattavo due prime edizioni di
Vico, se le mancano, per due inviti a pranzo". Dell'Utri
replica: "Anche tre ti faccio".
De Caro è più esplicito: "No, le ho trovato, dottore, il 'De
rebus gestis di Antonio Carafa' (opera di Giambattista Vico,
ndr), che è uno dei più rari". Cade la linea, ma di lì a poco i
due tornano a parlare: "Le dicevo - ripete de Caro - che le ho
trovato il 'De rebus gestis di Antonio Carafa' ". Dell'Utri:
"Del Carafa, sì, che non ce lo abbiamo". De Caro: "E poi una
risposta al giornale dei letterati anche dell'undici". Dell'Utri
commenta: "Bello, bellissimo".
Nel corso di uno degli interrogatori investigativi, i pm
hanno chiesto a De Caro ragguagli su quella intercettazione.
L'ex direttore della biblioteca ha spiegato: "Ho dato il 'De
rebus gestis' al senatore Dell'Utri personalmente. Quando ne ho
parlato al telefono con lui avevo già sottratto il libro dalla
biblioteca. E' stato un regalo, un gesto d'affetto". Poi ha
precisato: "Sicuramente non ho consegnato il libro del Vico al
senatore in presenza di padre Marsano (l'ex conservatore della
biblioteca ora agli arresti domiciliari, ndr). Il senatore non
sapeva assolutamente che il libro provenisse dalla biblioteca
dei Girolamini".
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