BASKET: MILANO E' TROPPO BRUTTA, AVELLINO LA SCHIANTA IRPINI COLGONO IL PRIMO SUCCESSO TRASCINATI DA UN SUPER EBI
Voleva farcela ed alla fine l'ha
spuntata. Una vittoria fortemente voluta e colta proprio contro
l'avversario piu' difficile e a dispetto di qualsiasi
pronostico. Il cuore sopra ogni cosa, ma anche tanto orgoglio e
la ritrovata consapevolezza dei propri mezzi. In sintesi questa
la formula che
ha portato al successo la rabberciata Sidigas
Avellino sulla corazzata Milano, nonostante l'assenza di Johnson
corso al capezzale della mamma in America e di Dwight Hardy,
allenatosi regolarmente con i compagni, ma non arruolabile
perche' ancora privo dello status che lo equiparerebbe ad un
europeo.
Partenza bruciante per i lombardi con Gentile che va a segno
due volte in tap-in e Langford a centrare la prima tripla.
Avellino letteralmente addormentata fino ad una velenosa
conclusione di Shakur che restituisce la luce ai suoi che nella
potenza fisica di Ebi e nelle sapienti mani di Dragovic trovano
al 5' la gioia del primo vantaggio (11-9), allungando poi sempre
con Dragovic. Sulle cinque lunghezze Scariolo corre ai ripari.
Dentro Hairston e Fotsis e la risposta e' immediata. Svantaggio
in un amen annullato col greco che decide il quarto sulla
sirena.
Secondo periodo in fotocopia. Alla veemenza iniziale di Melli
e Basile la Sidigas risponde con due centri siderali
dell'onnipresente Dragovic e di uno Shakur ritornato allo smalto
dello scorso anno. Il pubblico apprezza, Valli pesca a mani
basse dalla giovane panca mentre il nervosismo nella formazione
di Scariolo affiora negli errori inusuali di Cook dalla lunetta.
Grazie alla difesa asfissiante comandata da Valli e a un
rinato Warren, Avellino congeda gli avversari al riposo lungo
con un impensabile + 9.
Un parziale di 9 a 0 alla ripresa allarga il divario a
diciotto lunghezze che fanno sprofondare Milano nella piu'
totale confusione, sepolta da un Dragovic sempre piu' ispirato
che affonda impietoso i suoi colpi migliori (alla fine 4/5 da
tre), mentre i primi due punti di Richardson fanno volare
Avellino sul 56 a 33. Una timida reazione di Hairston e Cook
viene prontamente rintuzzata dai tarantolati biancoverdi che
marchiano il terzo periodo con un promettente + 16.
Scariolo le prova tutte ruotando l'enorme potenziale a sua
disposizione ma non c'e' mossa che gli dia ragione. A
sintetizzare le sembianze della disfatta il volto allibito di
Hendrix che si accomoda in panca scuotendo la testa, a
significare che per stasera non c'e' proprio nulla da fare.
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