INCHIESTA RICICLAGGIO, PARTE IL PROCESSO CHE VEDE IMPUTATO L'EX CAPO DELLA MOBILE DI NAPOLI VITTORIO PISANI. NUOVE INTERCETTAZIONI E FORSE ALTRI GUAI

Dopo una lunga camera di consiglio, i giudici della settima sezione penale del Tribunale di Napoli hanno sciolto la riserva e rigettato tutte le eccezioni degli avvocati difensori e accolto invece la costituzione di parte civile del Comune di Napoli. Si e' conclusa poco dopo le 16 la prima udienza del processo che vede alla sbarra imprenditori napoletani che hanno consentito ai clan di riciclare soldi delle attivita' illegali della camorra in ristoranti non solo a Napoli, e che vede tra i 17 imputati l'ex capo della Squadra Mobile partenopea Vittorio Pisani. E il pm della Dda, Sergio Amato, ha annunciato che ci sono nuove intercettazioni telefoniche che saranno depositate. Il poliziotto che ha catturato il boss Michele Zagaria era in aula. Pisani deve rispondere di rivelazione di segreto, favoreggiamento, abuso d'ufficio e falso. Il processo riguarda, tra gli altri, anche i fratelli Marco, Massimiliano e Carmine Iorio, titolari di attivita' di ristorazione sotto sequestro, nonche' i figli dell'ex contrabbandiere e usuraio Mario Potenza, deceduto qualche giorno fa, Bruno, Salvatore e Assunta. Per l'accusa, i Potenza avevano investito forti somme in una serie di locali insieme al boss Salvatore Lo Russo, collaboratore di giustizia. Secondo l'accusa, Vittorio Pisani, amico di Marco Iorio, sapeva che i Potenza erano soci degli Iorio, ma non era mai intervenuto per reprimere il reato e addirittura avvisato l'amico dell'inchiesta avviata dopo un esposto anonimo, invitandolo anche a 'mettere a posto le carte'.

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