IL FISCO CHIEDE A DIEGO MARADONA 38 MILIONI DI EURO, L'AVVOCATO DELL'ARGENTINO ATTACCA: SOMMA ASSURDA FIGLIA DELLE IRREGOLARITA' COMMESSE DA EQUITALIA

Riparte dopodomani, 12 gennaio, davanti ad un nuovo collegio giudicante della Commissione Tributaria di Napoli, il contenzioso fiscale nei confronti del campione argentino , Diego Armando Maradona, accusato di evasione e condannato a pagare 38 milioni di euro dal Fisco italiano.
Il legale di Maradona, l’avvocato Angelo Pisani, sostiene di essere in grado di dimostrare l’infondatezza delle richieste del Fisco che poggiano “su una sequela impressionante di abusi e irregolarità commesse negli anni dalla società di riscossione Equitalia”. Pisani accusa inoltre Equitalia di aver vessato Maradona con le cosiddette ''cartelle pazze''. Questo il pensiero dell’avvocato che si prepara a sostenere le ragioni dell’argentino davanti alla Commissione Tributaria: se Maradona, nel 1988, avesse ricevuto una regolare notifica della originaria cartella esattoriale avrebbe potuto esercitare ogni diritto di difesa e dimostrare che la pretesa del fisco non era legittima. Non solo. Pisani attacca la società di riscossione Equitalia adducendo come ulteriori ragioni del campione argentino il fatto che nonostante le violazioni nella procedura di riscossione e nonostante – spiega sempre Pisani – la prescrizione già maturata nel 1999, e cioè prima della notifica di ulteriori avvisi di mora, Equitalia abbia continuato a pretendere da Maradona 38 milioni di euro senza mai specificare il perché voglia incassare tale somma visto che l’originaria somma richiesta dal Fisco era di 13 milioni, mentre la cartella esattoriale attuale è di 38 milioni, dunque circa 26 milioni di euro in generici e incontrollati interessi, sanzioni, more e chissà quali spese.

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