I NIPOTINI DI PINOCHET DEL SETTIMANALE "THE CLINIC" SPUTANO SU NAPOLI E SUI NAPOLETANI PER SALUTARE L'ARRIVO DI VARGAS IN RIVA AL GOLFO

Eduardo Vargas arriva a Napoli, si allena a Castelvolturno, sorride ai cameraman e ai fotografi, concede autografi e fa professione d'amore per Napoli, per il Napoli e per i tifosi napoletani e l'edizione on line del settimanale cileno The Clinic (magazine dallo spiccato taglio satirico, ma noto anche per il giornalismo d'inchiesta) ha già pubblicato un primo articolo zeppo di luoghi comuni, accuse, insulti, falsità, notizie verosimili e qualche verità sulla terza metropoli d'Italia. "Il club presso il quale si è trasferito l'ex goleador dell'Universidad de Chile è la più recente vittima della camorra. Camorra che non ha scrupoli a giustiziare la gente per strada o a trasformare la città in una discarica che brucia", è l'incipit del settimanale cileno che mostra subito di essere a corto di idee e senza scrupoli, facendo concorrenza quanto a freddezza, violenza e spregiudicatezza ai camorristi napoletani.
Il servizio, corredato da foto che ritraggono roghi di immondizia e video con raid criminali (è un bel mosaico di una decina di anni di storia criminale cittadina), continua con la spiegazione delle attività malavitose a Napoli. "La missione è semplice: il boss della mafia locale manda i suoi scagnozzi che camminano con Ak-47 e Uzi in mano. Non importa se in strada ci sono persone e famiglie. La città è controllata dalla mafia e l'odore che si sente per strada è spesso quello della spazzatura incendiata. Ecco ciò che accade a Napoli, città che ospita il futuro di Edu Vargas". Davanti a questo florilegio di stronzate che trasudano razzismo, falsità e volgarità speriamo che il sindaco di Napoli dia mandato ai suoi legali per chiedere i danni a questi presunti giornalisti cileni. Cileni che ovviamente quanto a civiltà, democrazia e tolleranza pare siano stati dei maestri. Basterebbe ricordare il periodo di reggenza della grande democrazia sudamericana di Augusto Pinochet, noto democratico, persona perbene che gli Uzi e gli Ak 47 e altre armi le concedeva a titolo gratuito a truppe paramilitari (mi pare si chiamassero squadroni della morte) che chiudevano la bocca agli oppositori del regime .
Ma il settimanale cileno non pago delle stupidaggini scritte nell'incipit, attacca duramente anche il club Napoli, definito "Camorra Futbol Club": "Il Napoli non è immune ai capricci della camorra. Solo nel dicembre dello scorso anno, molti giocatori sono stati oggetto di furti e punizioni. Ad Edinson Cavani e' stata derubata casa, mentre è stata aggredita la fidanzata di Ezequiel Lavezzi e hanno rubato l'auto della moglie di Marek Hamsik. Ma forse la peggiore disavventura riguarda l'agente di Cavani, Claudio Anellucci. La sua auto è stata intercettata da uno scooter con due uomini a bordo, uno di questi ha rotto il vetro con il calcio della pistola e l'ha puntata al ventre della moglie incinta. L'ondata di attacchi contro l'FC Napoli è dovuto al suo presidente, Aurelio De Laurentiis, che ha bloccato il business della camorra legato alla rivendita di biglietti". Ma non basta, il giornalista cileno che scrive questi insulti che meritano ovviamente querela anche dalla società calcio Napoli, per non smentire di avere seri problemi rincara la dose, spiegando ai suoi lettori che "il legame tra il club e la locale mafia napoletana potrebbe essere più forte. L'attaccante argentino Ezequiel Lavezzi ha riconosciuto che era legato ad Antonio Russo (intendono Lo Russo, ndr), figlio di Salvatore, capo del clan omonimo: 'L'ho conosciuto come uno dei boss, a volte è venuto anche a casa mia, e non ci ho trovato nulla di strano, perchè in Argentina e' una cosa comune per i giocatori affrontare questi personaggi', ha detto Lavezzi". Secondo The Clinic, il Pocho avrebbe aggiunto: "Antonio (Lo Russo, ndr) è stato attivato per evitare che il Napoli mi vendesse perchè cominciava a circolare la notizia di un mio imminente trasferimento". Frasi queste che risultano solo al giornalista cileno che in malafede condisce il suo articolo di falsità. Poi il finale dell'articolo è davvero l'apoteosi del razzismo e dell'insulsaggine di questo nevrotico giornalista figlioccio dell'era Pinochet. Descrive alcuni delitti di camorra avvenuti per le strade cittadine e chiude l'articolo cosi': "La camorra è cresciuta come una istituzione più forte dello Stato. E Eduardo Vargas si basa sul Napoli per plasmare il proprio futuro nel calcio".
Ce n'è abbastanza per rimanere basiti davanti a tanta violenza, razzismo e scelleratezza. Ma noi tutti abbiamo una speranza: che il sindaco di Napoli e il presidente del calcio Napoli chiedano i danni al settimanale che avrà ampia facoltà di provare che quele fandonie scritte sono vere e chiedano il ricovero in un centro di salute mentale per questo giornalista. Anzi, De Magistris gli faccia sapere di essere indesiderato, che non vogliamo nella nostra città i nipotini di Pinochet che vengono a darci lezione di moralità.


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