NASCE "PODIO", E' L'AVATAR PER I DIABETICI. MIGLIORERA' LA GESTIONE DEL PAZIENTE CHE NECESSITA DI CURE

Si chiama ''Podio'', acronimo di portale orientato diabetologia infantile ospedaliera, ed e' un sito web che attraverso un avatar si pone l'obiettivo di aiutare i piccoli pazienti nella cura quotidiana del diabete. Il portale interattivo, frutto della collaborazione tra l'azienda ospedaliera universitaria Federico II e la Ely Lilly, e' stato presentato oggi nel corso di una conferenza stampa. Fornisce in modo personalizzato le informazioni e gli strumenti per migliorare il percorso di cura del paziente diabetico giovanile con una community che mette a disposizione dei pazienti e delle famiglie un avatar con il quale e' possibile comunicare direttamente con i medici, avere accesso al primo soccorso, ricevere informazioni sulle strutture del territorio sensibili alle esigenze dei piccoli pazienti, come scuole, palestre e ristoranti. Podio, inoltre, e' accessibile direttamente sia attraverso il proprio computer che con lo smarphone. ''Il progetto Podio - dice Giovanni Canfora, direttore generale dell'AOU Federico II - ha l'obiettivo di migliorare la gestione del paziente diabetico giovanile, attraverso l'integrazione dei pediatri di libera scelta e dei medici di medicina generale con gli specialisti ospedalieri, semplificando e ottimizzando la terapia e l'assistenza''. Canfora ha anche evidenziato ''l'importanza di avviare processi innovativi nella sanita' campana, utilizzando al meglio le nuove tecnologie, ponendo al centro le esigenze dei pazienti e migliorando la comunicazione tra specialisti dell'AOU e medici del territorio''. Attualmente, i pazienti in carico all'AOU Federico II che potranno usufruire del nuovo servizio sono giovani pazienti nella fascia di eta' tra gli 0 e i 18 anni, affetti da diabete tipo 1 e 2, disordini genetici, malattie mitocondriali e altre malattie croniche con squilibri glucidici. Il progetto ha previsto il costante impegno del team di lavoro di Adriana Franzese, Responsabile del Settore Funzionale di Diabetologia Pediatrica dell'AOU. Le competenze tecniche, cliniche e scientifiche dell'equipe sono state messe a disposizione dei professionisti che hanno costruito il software. Uno scambio di linguaggi in-dispensabile per creare un prodotto agevole, user friendly ma nel contempo efficace ed efficiente sotto il profilo scientifico. ''Si puo' stimare che ogni anno - dice Adriana Franzese - riceviamo 4.500 richieste che riguardano questa popolazione di pazienti, le quali potrebbero essere evitate grazie a una gestione piu' efficiente ed efficace del loro percorso tera-peutico, cio' comporterebbe un maggior beneficio dell'assistito e del sistema sanitario pubblico, oltre a un ri-sparmio di risorse. Per richieste intendiamo consulenze telefoniche, controlli del profilo glicemico o visite extra. Questo progetto ha l'obiettivo di ridurre, fino a eliminare, questi accessi''. ''L'impegno della Eli Lilly nel diabete si contraddistingue da sempre per una tensione verso l'innovazione: in-novazione nel mettere a disposizione nuovi farmaci che migliorino la gestione della malattia giorno per giorno, e innovazione nel realizzare progetti come PODIO, grazie ai quali e' possibile migliorare il livello assistenziale offerto al singolo cittadino'', spiega Maurizio Guidi, Responsabile Affari Istituzionali Eli Lilly Italia. Numerosi, quindi, i benefici per medici, pazienti e famiglie, altrettanto interessanti le prospettive del progetto in termini di impatto economico sul Servizio Sanitario Regionale, tenuto conto, infatti, che il diabete e' una patolo-gia che colpisce oggi 250 milioni di persone nel mondo, di cui circa 4 milioni solo in Italia, in cui la prevalenza del diabete e' pari a circa il 5% della popolazione generale. Attualmente almeno 3 milioni di persone sono affette da diabete mellito, di cui oltre 120.000 sono insulino-dipendenti e di queste ultime circa 15.000 sono bambini e adolescenti. Preoccupa, inoltre, il progressivo calare dell'eta' di insorgenza del diabete di tipo 2; oggi quasi una persona con diabete su cinque ha meno di 55 anni, segno che la malattia, una volta definita ''diabete senile'', e' in realta' sempre piu' giovane.

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