CASALINGHE E STUDENTESSE A LUCI ROSSE IMPEGNATE IN FILM PORNO POI VENDUTI SENZA AUTORIZZAZIONE NELLE EDICOLE DEL VESUVIANO


Gli sviluppi sono clamorosi. Nel piccolo paesino alle pendici del Vesuvio non si parla d'altro. Il riserbo è strettissimo, ma la notizia oramai è di dominio pubblico. Per 12 persone denunciate la vita è diventata complicata. Sono accusati di confezionare dei video porno con casalinghe e studentesse universitarie che si improvvisavano attrici hard per guadagnare soldi facili da spendere in vestiti griffati. Video artigianali, con scene di sesso esplicite, messi in commercio attraverso le edicole. L'accusa contestata dagli inquirenti a tutti gli indagati è di associazione per delinquere finalizzata all'illecita interferenza nella vita privata, con l'aggravante di aver diffuso le videocassette porno. L’inchiesta va avanti da qualche mese e non è ancora conclusa, nonostante il già alti numero di indagati. A far partire le indagini fu una studentessa 21enne, che rivelò che nel suo paese, un minuscolo centro del vesuviano, circolavano videocassette, al prezzo di 40 euro ciascuna, con le riprese a sua insaputa di rapporti sessuali avuti con uno degli arrestati. E’ bastato trovare le cassette porno nelle edicole dei paesini, identificare (nonostante le mascherine per celare il volto) le casalinghe e le studentesse che partecipavano alle riprese delle scene hard, per poi arrivare fino ai produttori e alla troupe che girava, senza autorizzazione, e diffondeva all’insaputa delle attrici, le videocassette porno.

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