MANFELLOTTO CONTRO DE MAGISTRIS, DUE CAUSE PERSE SULL'ACQUA DI NAPOLI E I GIORNALISTI NOVELLI GESU' CRISTO DEL TERZO MILLENNIO
Ai giornalisti capita di scrivere sciocchezze. Di
difenderle pensando trattarsi di idee sane. Idee utili per una causa. E capita persino
di innamorarsene di queste idee. Poi quando scopriamo che quelle che propaliamo non sono idee,
non servono una causa ma contribuiscono a perdere una causa, intelligenza vorrebbe che
uno le rivedesse, cominciasse a chiamarle col nome giusto e cioè sciocchezze, e
chiedesse scusa per rimediare l’errore fatto. Non c’è nulla di male nel
cambiare idea quando ci si accorge che è sballata. I giornalisti non sono
novelli Gesù Cristo del terzo Millennio che offrono verità rivelate. Capita di
sbagliare. E cambiare idea è segno di
intelligenza. Perciò caro direttore dell’Espresso Bruno Manfellotto, napoletano
doc, dica che quella copertina su “Bevi Napoli e poi muori” è sbagliata, è
eccessiva, non giustifica il contenuto
dell'inchiesta e la chiuda lì la polemica. Il sindaco di Napoli ha fatto bene a
difendere la città di Napoli. E lo ha fatto, finora, anche con intelligenza e serenità. Ho un’idea,
che a me pare buona. Il direttore Manfellotto si capacita di aver sbagliato copertina,
ne fa una migliore, risarcisce così Napoli che è stata danneggiata da quel “Bevi
Napoli e poi muori” e il sindaco si comporta da galantuomo qual è!. Niente risarcimento
danni miliardario. Anche questa non è una di quelle idee di cui andare fieri.
Commenti